Identità Digitale Europea e gaming online: la tutela della sicurezza
e-ID uno strumento anche a tutela del giocatore
Categoria: Generale
L’80% dei cittadini dell’UE entro il 2030 avrà a disposizione l’e-ID per effettuare le principali operazioni private e pubbliche. L’e-ID servirà per assicurare controlli simultanei, l’autenticità dei dati e l’identità degli utenti, anche dei gamers in tutti gli Stati membri.
Il 2022 rappresenta una deadline importante per il neonato fenomeno dell’Identità Digitale Europea, più nota come European Digital Identity. Si tratta di una corrispondenza virtuale che identifica tutti i cittadini appartenenti all’Unione Europea, utilizzabile dalle università, dalle banche e dalle imprese per identificare un individuo e confermarne i dati più importanti.
E’ utilizzabile per servizi pubblici e privati, online ed offline, permette controlli incrociati più veloci e sicuri. Ogni cittadino, ovviamente, potrà decidere quali informazioni condividere nel totale rispetto della privacy.
L’e-ID cambierebbe radicalmente il modo di trasferire informazioni, dando una scossa risolutiva anche al mondo del gaming online. Come ha scritto in un report Vassiliki Panousi, Responsabile Affari UE dell’European Gaming & Betting Association, report pubblicato sulla rivista International Masters of Gaming Law Magazine, il 3 giugno 2021 la Commissione Europea ha pubblicato una proposta di regolamento per stabilire le linee guida dell’Identità Digitale Europea (e-ID). Il punto cardine è il principio di interconnessione: ogni cittadino dell’Unione Europea può usufruire di ogni servizio tramite l’e-ID nei confini UE, così come certificato nel marzo 2021 nel documento 2030 Digital Compass. Entro il 2030, quindi, si potranno usufruire di tutti i servizi pubblici, modificando di diritto l’attuale Regolamento della Commissione sull’identificazione elettronica e sui servizi fiduciari risalente al 2014, nel quale si richiedevano sicurezze su un’identificazione elettronica transfrontaliera affidabile.
I limiti però erano evidenti: mancanza di flessibilità; uso limitato esclusivamente al settore pubblico senza la possibilità di interconnessione delle Nazioni dell’UE, le quali non avevano ancora sposato in toto l’ambizioso progetto. Con la nuova proposta di un e-ID europeo, si vogliono abbattere tutti i confini, regalando ai cittadini un portafoglio di identità elettronico che include anche certificati medici, coordinate bancarie, recapiti telefonici ed ogni informazione utile da condividere.
Il regolamento eIDAS è solo la base di partenza per le interazioni elettroniche fra cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni, incrementando la sicurezza e l’efficacia dei servizi online e transazioni e-business nell’Unione Europea.
Grandi aziende possono abbracciare la praticità dell’e-ID per verificare l’identità dei propri fruitori, idee che ha stuzzicato anche il mercato del gioco online in quanto ad affidabilità e sicurezza. Sono proprio questi elementi che hanno incontrato anche il gusto e l’approvazione dei fruitori: il 63% dei cittadini europei vorrebbe un unico ID digitale sicuro per i propri servizi online, con il pieno controllo sui dati che desiderano divulgare e di come gli stessi vengano poi utilizzati e condivisi. Al contempo, aumenta in maniera esponenziale la privacy dei consumatori, impedendo la diffusione dei dati a soggetti che non fanno parte della rete e-ID, riconosciuta ovviamente dallo Stato.
L’e-ID nell’Unione Europea rivoluzionerà il gaming online
Il discorso si estende quando si parla di Unione Europea tutta ed è questa la vera innovazione: l’e-ID sarà riconosciuto in tutti gli Stati membri ed i proprietari potranno utilizzarlo per accedere ai servizi online in un altro Paese, ottenendo così documenti e certificati legalmente riconosciuti e accettati in tutta l’UE. Per far sì che l’e-ID sia concreto in tempi brevi, gli stati membri dovranno sviluppare un Toolbox entro settembre 2022 con gli strumenti per un quadro europeo di identità digitale, definendone l’architettura tecnica e lo schema di riferimento.
L’e-ID europeo potrebbe rivoluzionare anche il concetto stesso di gaming online, sempre più esteso ed internazionalizzato e coinvolgere direttamente tutto il comparto dei casinò online italiani e internazionali. Sarebbe uno strumento fondamentale, in primis per controllare in maniera rapida e sicura l’identità di tutti i giocatori e la loro età, interconnessi con una rete europea altrettanto esaminata e protetta.
È proprio la regolamentazione della verifica dell’identità dei fruitori a non essere ancora limpida, con una minima percentuale di Stati ad aver introdotto schemi nazionali di identificazione elettronica, in aumento rispetto al 2018. Altri utilizzano banche dati nazionali ufficiali e persino in Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca e Spagna, i controlli di identità prevedono la verifica manuale tramite copia dei documenti, particolarmente fallace.
Gli operatori del settore, infatti, sono costantemente allertati dal rispetto delle attuali norme antiriciclaggio UE, con protocolli ben precisi di valutazione del rischio e la tracciabilità dei fondi dei giocatori. Meccanismi che necessitano di strumenti tecnologici sofisticati, che si differenziano da un Paese all’altro. Avere un sistema comune di controllo e gestione dei dati, invece, semplificherebbe ogni operazione rendendole uniformi ed in tempo reale per tutti gli Stati membri dell’UE. Ma non solo: sarebbe un validissimo alleato per la lotta alle attività criminali, impedendo al contempo ai minori di accedere ai giochi online con un semplice click.
Migliora il lavoro degli operatori del settore ma, al contempo, anche l’esperienza di gaming del fruitore. Al momento, infatti, non vi è una regolamentazione europea comune per la protezione e l’autoesclusione dei soggetti vulnerabili, non agendo in interoperabilità.
In Italia, StarVegas e Snai sono stati tra i primi operatori ad integrare il servizio di autoesclusione per tutelare gli utenti a rischio. Soggetti esclusi da un Paese ed inseriti in una particolare blacklist, possono essere tranquillamente accettati in un altro Stato: anche questo evento non accadrebbe con l’e-ID, interconnesso in tutti gli Stati membri, alle stesse condizioni.
Il paradosso è però dietro l’angolo: stesso dato dell’esclusione deve essere accettato e condiviso dal gamer nel suo portafoglio virtuale e soltanto questa formula di autenticità può davvero promuovere l’interconnessione tra i vari Paesi. La Commissione è ottimista sulla risposta positiva dei cittadini europei e spera entro il 2030 di avere un’adesione dell’80% all’utilizzo degli e-ID.
Come dicevamo, la deadline è proprio il 2022 precisamente nel mese di luglio, quando la Commissione per l’industria, la ricerca e l’energia del Parlamento europeo lavorerà alla proposta di una relazione che regolamenti l’e-ID. Se e solo se si dovesse raggiungere una posizione comune nell’anno successivo, la proposta diventerà un Regolamento per tutti gli Stati Membri. Una rivoluzione che parte dal basso ma che con forza, è già pronta a scuotere l’Europa tutta, a tutela del cittadino e dei suoi dati.